IL MONDO INTORNO A TE
Epilogo
Il dolce baluginio di un caldo raggio di luce solare mi ferì violentemente gli occhi, costringendomi ad abbassare lo sguardo. Sospirai, stringendo con forza la piccola catenina d'argento fra le mani, alle cui estremità pendeva un delicato cerchietto dorato che brillava alla sfavillante luce del sole.I miei passi erano lenti e cadenzati, sentivo la leggera brezza estiva solleticarmi la pelle, sfiorare con dolcezza i miei capelli e saturare l'aria, carica di tensione e aspettativa. Con lentezza mi incamminai verso la piccola spiaggia costellata da scogli imponenti, e i miei occhi si persero nel dolce ondeggiare dell'oceano, che si stagliava, immenso e immortale, dinnanzi ai miei occhi spenti, dilaniati dal dolore. I miei pensieri si rincorrevano, caotici, vorticando furiosi nella mia mente, compromettendo la mia razionalità.
Lei non c'era più.
Ogni giorno sentivo il mio cuore lacerarsi lentamente, oppresso da una sofferenza troppo radicata nel mio animo corrotto, che come un cancro immortale si era insinuata nel mio corpo, distruggendo giorno dopo giorno la mia mente...non riuscivo a respirare, arrancavo per trovare un singolo barlume di speranza in quella vita che non avrei mai voluto affrontare...non senza di lei.
Una lacrima silenziosa traboccò dai miei occhi chiari al pensiero del suo sguardo profondo, del suo sorriso luminoso, della sua voce dolce ed espressiva...mi mancava tanto, troppo per potermi convincere che ormai Isabella Swan faceva parte del mio passato...non sarei mai riuscito a dimenticarla.
Mai.
Il pensiero del passato sembrava tormentarmi incessantemente, unito alla straziante consapevolezza che era tutta colpa mia se lei, adesso, non c'era più, e il dolore ritornava, acuto e bruciante, a sconvolgere la mia vita, come il peggiore dei tormenti.
Lei non c'era più...lei mi aveva abbandonato...
Per sempre.
Mi aggrappavo tenacemente a una barriere spessa e impenetrabile che aveva protetto il mio cuore dal dolore che mi aveva causato la sua perdita, ma in realtà sapevo che nulla avrebbe mai più avuto un senso senza di lei...La mia vita era ormai divenuta un immenso oceano di dolore e sofferenza, che si accanivano contro la mia anima, lacerando la mia mente, sconvolgendo le mie eterne giornate...non riuscivo a respirare, il mio tormento era troppo acuto per essere sconfitto con il solo trascorrere del tempo. Dal giorno in cui lei se n'era andata tutto sembrava aver perso d'importanza, per me: avevo perso la mia vita, il mio lavoro, non avevo più nemmeno la forza di pensare...azioni che sarebbero state abituali venivano compite meccanicamente, come se una forza estranea e irraggiungibile avesse preso possesso del mio corpo, costringendomi a giacere in un limbo in cui il tormento era troppo acuto, troppo opprimente per esser sconfitto...e io morivo, giorno dopo giorno sentivo il mio respiro affievolirsi, il mio cuore rallentare il suo ritmo cadenzato, perchè non c'era più nulla che mi spronasse a continuare a vivere...
Lei non c'era più, lei se n'era andata...e io non riuscivo ad accettarlo...nulla aveva più senso, senza di lei. Il suo ricordo mi sconvolgeva, la sua immagine sembrava perseguitare la mia mente, senza requie si accaniva contro il cielo vuoto del dolore che aveva avvolto il mio cuore e la mia anima...
- Papà!!!- una voce chiara e cristallina mi giunse alle orecchie, costringendomi a voltare il capo di scatto.
I miei occhi si posarono su una figuretta immobile, il volto chiaro contornato da una massa di boccoli castani, che ricadevano con delicatezza sulla sua piccola schiena, gli occhi scuri e penetranti, così simili a quelli di sua madre, illuminati da una luce infantile che fece fiorire un amaro sorriso sul mio pallido volto.
Catherine era ormai divenuta la mia unica ragione di vita...con il passare del tempo la sua somiglianza ad Isabella era divenuta straordinaria...il lei rivedevo l'amore della mia vita, l'unica donna che avesse mai stregato il mio cuore, e il dolore sembrava acuirsi quando i miei occhi si soffermavano sul suo visetto candido, perchè tutto, di lei, mi ricordava la donna che non avevo mai smesso di amare, e che perseguitava i miei pensieri con la sua immagine eterea, ormai divenuta un mero frutto della mia immaginazione. Era per merito suo se non mi ero lasciato travolgere dall'immenso oceano di disperazione che aveva avvolto la mia esistenza. Ogni giorno le parlavo di sua madre, di che donna straordinaria era stata, del fatto che avesse sacrificato la sua stessa vita, per salvare la mia...il suo ricordo mi perseguitava, il mio amore per lei era stato acuito dal dolore che provavo al pensiero che lei mi aveva abbandonato, che non avrei mai più potuto sentire la sua dolce risata cristallina, sfiorare le sue labbra delicate, ascoltare l'incessante battito del suo cuore...mai più.
Scossi il capo, tramortito, lasciandomi cullare dal dolce peso dei ricordi, ma la sofferenza era troppo forte, si attanagliava nel mio animo come il peggiore dei tormenti...lei non c'era più.
Catherine sorrise, saltellando verso di me, e aggrappandosi a una mia gamba, mentre piccoli urletti di gioia fuoriuscivano dalle sue labbra rosee e carnose. La presi in braccio, baciandole la testolina riccioluta, e Cat ridacciò, appoggiando le manine sul mio petto.
- Papi- pigolò, alzando gli occhioni scuri sul mio volto -Ho fame!- continuò, e il suo visino si piegò in una smorifietta buffa che fece aumentare il ritmo cadenzato del mio cuore...era così simile a lei, che a volte il solo osservarla era una fonte di un dolore talmente acuto da straziarmi l'anima.
L'unica cosa che mi permetteva di andare avanti era la promessa che le avevo fatto tanto tempo fa...lei amava la sua bambina,la nostra bambina, e mi aveva pregato di prendermi cura di lei...soltanto questo contava.
- Adesso andiamo a casa...- mormorai, lanciando un' ultima occhiata alle onde dell'oceano, che si stagliavano con violenza ai margini degli scogli. Venivo spesso in questi luoghi, ultimamente...mi aiutavano a ricordare la mia Bella, a non rimuovere dalla mia mente la sua immagine, che sentivo giorno dopo giorno sfumare nei meandri più oscuri della mia memoria.
Sorrisi amaramente, accarezzandole i capelli, e lei ridacchiò, felice, aggrappandosi alle mie spalle.
Afferrai il piccolo ciondolo dalla tasca destra della mia giacca, osservando per un altro istante il dolce baluginio dei raggi di luce solare che illuminavano il cerchietto dorato che pendeva alle sue estremità...il suo anello, il simbolo del nostro amore, della vita che avremmo dovuto trascorrere insieme...era tutto finito, per sempre.
Ciò che contava davvero, era l'ultima speranza che anch'io, un giorno, avrei potuto raggiungerla...le ore, i secondi e i minuti erano scanditi dalla forza onnipresente del suo ricordo, che aleggiava nel mio cuore, assuefandomi con il calore delle mie ultime parole sussurrate, eco del dolore che provavo in quel momento...
Ti amo, Isabella Swan.
Per sempre.


Non ho parole , veramente bello
RispondiEliminaEra il finale perfetto.
Complimenti storia veramente intensa
TattyTatty
Sn MissCaterinaCullen.
RispondiEliminaNon ho parole.
Ho seguito la tua storia dall'inizio, e nn ho mai commentato.
Volevo vedere come finiva.
Ma devo dire che hai continuato meglio delle mie aspettative.
Ho piano per questo finale.
Anche quello era magnifico.
Questo è decisamente il migliore tra i due. Sensazionale!
RispondiEliminaMel
p.s. metto anonimo perchè non sò cosa mettere nella casella qui sotto! ^^
Il finale che hai postato su efp è molto bello ma questo sarebbe stato il finale migliore, molto intenso. Complimenti!
RispondiEliminaSono Sha_Cullen. Oddio cavolo sto piangendo come una fontana! Assolutamente preferisco senza alcun dubbio il finale di EFP. Cavolacci OVVIO...Questo è troppo triste, straziante...Da quando ho iniziato a leggerlo che piango...mi sento tanto stupida ma non posso farci niente. Sono stra-felice che sia finita bene (nell'altro) quindi....Brava per aver postato quello.
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