sabato 11 giugno 2011

TENERA E' LA NOTTE
M.M DE "IL MONDO INTORNO A TE"


L'ho cancellata dalla mia pagina autore, quindi la ripropongo sul blog. E' probabile che anche le altre storie che ho eliminato verranno pubblicate qui. Se avete idee per nuovi missing moment di questa storia suggerite, suggerite e ancora suggerite. Lasciate un commento a questo post e io cercherò di accontentare le vostre richieste:) Buona lettura.




Mi rigirai bruscamente fra le coperte, scostandomi le lenzuola dal corpo e lanciando un'occhiata seccata verso l'orologio della stanza, la cui lucetta luminosa segnava le tre del mattino. Sospirai, accovacciandomi su me stessa e sfiorandomi il ventre gonfio.
Guardai ancora una volta l'orologio. Le tre e dieci.
Sbuffai, imbronciata, voltandomi verso Edward, che aveva gli occhi chiusi e l'espressione rilassata. Mi incantai a osservare i lineamenti del suo volto: la mascella squadrata, le guance lievemente scavate, ricoperte da un sottile strato di barba, il naso dritto e regolare...era così perfetto che a volte non riuscivo a credere che fosse un semplice essere umano. Ai miei occhi sembrava più un angelo sceso dal cielo, ed era strano pensare che dietro le sue fattezze si nascondesse un demone, un cherubino corrotto che al suo passaggio lasciava solo morte e distruzione.
Non per me, però...e le mie mani si posarono ancora una volta sul mio ventre gonfio, accarezzandolo teneramente...ero sicura che il bambino che cresceva dentro di me sarebbe stata una femmina, una bellissima bimba dagli occhi verdi e i capelli rossi...così simile a lui.
Lui, che da quando aveva scoperto che ero incinta non mi lasciava un attimo sola.
Lui che mi coccolava sempre, si prendeva cura di me come il più devoto degli amanti...lui che diceva di amarmi, dopo tutto il male che mi aveva fatto. Lui che si preoccupava del fatto che mangiassi troppo o troppo poco, che ogni giorno mi misurava la febbre per essere sicuro che la mia temperatura corporea fosse stabile...lui che certe volte era così ossessivo, nei miei confronti, come se fossi divenuta la sua unica ragione d'esistere, e la paura che potesse perdermi gli lacerasse l'anima. Lui che baciava il gonfiore che iniziava a farsi strada sul mio corpo...lui che mi guardava come se fossi il miracolo che aveva illuminato la sua vita...lui, semplicemente.
Edward, mio marito, l'uomo che mi aveva donato il suo cuore, colui che, nonostante avesse tentato in tutti i modi di ferirmi, non c'era mai riuscito davvero, perchè scorgevo nei suoi occhi chiari e luminosi tutto il dolore che provava nel donarmi il suo amore, e la lotta che imperversava nel suo sguardo animo corrotto, diviso fra il desiderio di rendermi felice e la paura di soffrire a causa mia...
Scossi il capo, frastornata: adesso la situazione era cambiata, e nulla sarebbe mai più stato come prima. Ero una moglie, e fra pochi mesi sarei divenuta anche una madre...dovevo rassegnarmi alla vita che mi era stata imposta, e cercare di trarre il meglio da quella situazione: Edward mi amava, ogni giorno tentava di dimostrarmelo, e quella consapevolezza mi faceva sentire protetta, al sicuro dalla crudeltà del suo mondo.
Un piccolo formicolio allo stomaco mi fece sbuffare, mentre sentivo il senso di disagio penetrare con forza la mia mente...era dannatamente imbarazzante il pensiero di ciò che stavo per fare, eppure...
- Edward- sussurrai con voce dolce, implorante, avvicinandomi a lui e posando il capo sul suo petto, respirando con forza il suo profumo familiare.
Edward mugolò nel sonno, stringendomi con impeto fra le braccia, e io sospirai, strusciando il naso sul suo petto.
- Edward- ripetei, e il mio sussurro si cristallizzò nell'aria della notte.
- Mmm...-
- Edward...svegliati, per favore- pigolai, ma lui si limitò ad aumentare incosciamente la presa sulla mia vita, costringendomi a seppellire il capo sul suo collo. Glie lo baciai dolcemente, timorosa: non ero solita lasciarmi andare a inutili dimostrazioni d'affetto, specialmente nei suoi confronti...
Quando le mie labbra si posarono sulla sua pelle calda e familiare, come per magia Edward aprì gli occhi, e io tentai di reprimere un sorriso: certo che se era quello l'effetto che gli facevo...
- Bella?- sussurrò, e io strusciai il naso contro il suo petto, stringendomi a lui. Quasi potei percepire il battito del suo cuore accelerare il suo lento intercedere, e sospirai.
-Edward, svegliati!!- a quel punto avevo perso davvero la pazienza: il tipico isterismo da donna incinta si era impossessato di me.
Lui sussultò, aprendo definitivamente gli occhi e allontanandosi da me.
- Bella...- si passò una mano sui capelli, confuso, lanciando un'occhiata all'orologio. Si voltò, tornando ad osservarmi, e quando notò i lucciconi che brillavano nei miei occhi, minacciando di sfuggire dal mio sguardo, vidi le sue labbra piegarsi in una smorfia preoccupata. Mi accarezzò lentamente una guancia, afferrandomi per la vita e costringendomi a sedere sulle sue gambe. Mi coprì con la coperta, accarezzandomi i capelli.
- Perchè piangi, Isabella?- sussurrò con voce apparentemente calma, ma potevo scorgere l'ansia trapelare dal suo tono soave - Cosa c'è che non va?-
Singhiozzai, irritata - E' un'ora che provo a svegliarti!!- sbottai, ma lui pensò bene di lasciar correre, continuando ad accarezzarmi lentamente i capelli...ottima scelta!
Sapeva che in questo periodo ero tanto, troppo suscettibile, e la gravidanza aveva tirato fuori un lato del mio carattere che nemmeno io conoscevo: quello della bambina capricciosa alla disperata ricerca d'attenzioni.
- Bella...cosa c'è? Stai male?- ripetè, e io scossi il capo, sbuffando sonoramente e stringendomi con forza al suo petto.
- Ah! Adesso ti preoccupi per me!- scattai, e lui aggrottò le sopracciglia, confuso.
- Perchè dici questo?- mormorò, e io gonfiai le guance.
- Ti ci vogliono tre ore solo per svegliarti, Edward! E io...- tacqui, nervosa, e lui mi prese il volto fra le mani, obbligandomi ad incrociare i suoi occhi verdi e luminosi.
- Tu...cosa?- sussurrò, confuso, e io scoppiai in un pianto incontrollato che mi fece sussultare dalla sorpresa: perchè diavolo mi ero messa a piangere? Odiavo i miei ormoni impazziti, che prendevano il controllo del mio raziocinio e mi facevano divenire iper-suscettibile!!
- Bella...- sussurrò Edward, allarmato, e io mi strinsi al suo petto. All'improvviso, capii qual'era il problema...
- Ho una voglia matta di un Cheeseburger!!- trillai, e per un secondo il silenzio si cristallizzò nell'aria, interrotto all'improvviso dalla risata incontrollata di Edward.
- Tu...tu piangi per questo?- singhiozzò divertito, piegandosi in due dalle risate, ma una mia occhiata assassina lo fece rinvenire. Si schiarì rumorosamente la gola, ricomponendosi, e mi strinse con forza a sè, baciandomi teneramente i capelli.
- Certe volte ti comporti in maniera davvero assurda, Bella. Bastava chiedere, non c'è bisogno di scoppiare a piangere per sciocchezze simili...-
- Ma dove lo trovo un Cheeseburger a quest'ora della notte?- lo interruppi, lamentosa, e lui sorrise, prendendomi il volto fra le mani e baciandomi le labbra con dolcezza. Si scostò da me qualche secondo dopo, appoggiandomi allo schienale del letto e avvicinandosi al comodino. Prese il cellulare, e compose velocemente un numero, mentre io lo guardavo, sbalordita.
- Garret- sussurrò, assonnato, e sentii un lieve brusio dall'altro capo del telefono.
Edward scoppiò a ridere all'improvviso.
- No, nessuna emergenza- mormorò, ma una mia occhiata assassina lo fece tornare serio - o meglio, un'urgenza c'è...dovresti correre in centro e recuperare un Cheeseburger per Isabella...- mi guardò, sorridendo soddisfatto - patatine fritte, doppia salsa e macedonia di frutta- fortunatamente conosceva i miei gusti alla perfezione!e
Dopo alcuni secondi chiuse la conversazione, tornando a sedersi sul letto e prendendomi in braccio, costringendomi a sedere sulle sue gambe. Poggiai il capo sul suo petto, esausta, e lui mi accarezzò i capelli.
- Visto che non c'era bisogno di fare tutte queste storie, Bella?- sussurrò, baciandomi il capo con fare protettivo, e io sbuffai, stringendo le sue mani fra le mie.
- Non so cosa mi succede...il bambino non mi da tregua, ultimamente...è come se non riuscissi più a controllare le mie emozioni e..- lui mi interruppe con un bacio, stringendomi con forza a sè.
- Questo bambino è la cosa più meravigliosa che poteva capitarci, Bella. Non importa se mi dovrai svegliare tutte le notti per qualche assurda richiesta- scherzò, e io gli lanciai un'occhiataccia. Edward sorrise, baciandomi una spalla, coperta dalla piccola vestaglia blu che tanto mi piaceva, e io sbadigliai.
- Ho sonno...- mormorai, e lui ridacchiò.
- Non vorrai addormentarti adesso che è quasi arrivato il tuo spuntino notturno?- sussurrò, e in quel momento un gorgoglio al mio stomaco fece brillare i suoi occhi di una felicità acuta, destabilizzante. Posò una mano sul mio ventre, accarezzandolo dolcemente, e io mi strinsi a lui con più forza, respirando il suo profumo dolce e familiare.
Pochi secondi dopo, un bussare insistente alla porta della nostra stanza mi fece sobbalzare. Edward mi coprì, evitando così che Garret potesse vedere il mio corpo,miseramente coperto dalla piccola vestaglia in seta, e si avviò verso l'uscio, aprendolo con delicatezza.
- Signore...fortunatamente il Mac era aperto- sbottò l'uomo, burbero, e Edward rise, afferrando il piccolo sacchetto che Garrett gli porgeva e stringendolo fra le mani.
- Grazie, Garrett...Bella questa sera era un po' inquieta- l'altro annuì, defilandosi con un cenno del capo, e Edward chiuse la porta, avvicinandosi al letto. Si sedette affianco a me, e io gli strappai il sacchetto dalle mani, impaziente, facendolo sorridere. Aprii il piccolo involucro in carta e iniziai a mangiucchiare le patatine, sotto il suo sguardo penetrante.
- Mangia piano o rischi di soffocare- mi rimproverò, e io alzai gli occhi al cielo, esasperata.
-Guarda che non sono una bambina!- lui non rispose, si limitò a lanciarmi un'occhiata carica di sottointesi, e ad accarezzarmi i capelli. Mangiai tutto con appetito, anche la macedonia di frutta, finchè il mio stomaco non smise di brontolare, e potei finalmente dichiararmi sazia.
- Hai ancora fame?- sussurrò Edward, premuroso come al solito, ma io scossi il capo, allungandomi per baciargli le labbra.
All'improvviso successe.
Un piccolo movimento all'interno del mio ventre mi fece sobbalzare, mentre un urletto di sorpresa fuoriusciva dalle mie labbra. Gli occhi di Edward divennero preoccupati, e le sua mani calde e protettive mi afferrarono per le spalle, scuotendomi delicatamente.
- Bella? Bella stai be...- tacque quando, con uno scatto repentino, afferrai la sua mano e la posai sulla mia pancia, e i suoi occhi si riempirono di sorpresa, subito sostituita da un vortice di sentimenti estranei, ma al tempo stesso così familiari che mi fecero salire un violento brivido sulla spina dorsale.
Nel suo sguardo c'era stupore, incredulità, e tanta, troppa gioia...una felicità acuta, travolgente, che fece aumentare il ritmo cadenzato del mio cuore.
- Lui...lui ha...-
- Si- sussurrai con le lacrime agli occhi - Ha scalciato...Catherine ha scalciato, Edward!- continuai, e un singhiozzo di stupore fuoriuscì dalle mie labbra.
Edward mi guardò, sbalordito.
- Come...come l'hai chiamato?- la sua voce tratteneva a stento la gioia che sembrava provare in quel momento. Sorrisi, lanciandogli un'occhiata raggiante.
- La chiameremo Catherine, se sarà una femmina...come mia nonna- lui sorrise, emozionato, afferrandomi per la vita e costringendomi ad appoggiare il capo sul suo petto, immergendo il viso nei miei capelli e baciandoli teneramente.
-Catherine...è splendido. Una bimba...è davvero reale ciò che sto vivendo, Bella?- mormorò, prendendomi il viso fra le mani e lanciandomi un'occhiata intensa. Annuii, mentre sentivo le lacrime traboccare dai miei occhi scuri, e il suo sguardo s'illuminò di una luce intensa, penetrante...non lo avevo mai visto così felice.
Mai.
Mi attirò a sè, posando le sue labbra calde e familiari sulle mie e lambendole dolcemente; fu un bacio casto, privo di quella libidine che fino a quel momento aveva caratterizzato i nostri precedenti rapporti...eppure, in quel bacio potevo scorgere tutto l'amore che provava per me,e che sembrava ardere nel suo cuore come il peggiore dei persecutori...in quel momento, mi ritrovai a sperare che il tempo si fermasse, cristallizzandosi nella bolla di felicità che aveva avvolto le nostre esistenze...in quel momento eravamo soltanto io e lui, due anime fuse in solo corpo.


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