I DIECI IMPRESCRITTIBILI DIRITTI DEL LETTORE

1) Il diritto di non leggere

Una perfetta Mary Sue

Titolo:Pamela, o la virtù premiata (titolo originale Pamela, or The Virtue Rewarded)

Autore: Samuel Richardson 

Anno di pubblicazione:1740

Trama:Pamela è una serva quindicenne, una ragazza povera ma virtuosa ed estremamente bella. Lavora per Lady B e, quando questa muore, passa al servizio di suo figlio, Mr B. Il gentiluomo prova una grande attrazione per la ragazza, tenta spesso di sedurla in ogni modo, ma la fanciulla rifiuta ogni volta con indignazione. Allora, Mr B cerca di convincerla tenendola prigioniera per quaranta giorni e per ben due volte arriva quasi al punto di stuprarla. Pamela, disperata, sfiora il pensiero del suicidio, salvo accorgersi che, nonostante il comportamento selvaggio, c'è qualcosa di affascinante in Mr B. L'uomo si rende conto che la brutalità da lui dimostrata non lo porterà a nessun risultato, e inizia a corteggiare la fanciulla in maniera tenera e gentile, finendo per innamorarsi, ricambiato, di lei e delle sue straordinarie doti morali e umane. Per due volte Mr B le chiede la mano prima che Pamela sia veramente convinta della scelta, ma alla fine della narrazione, il lettore vedrà i due eroi felicemente sposati e accettati dalla società dell'epoca (sebbene trapeli il messaggio che la scalata sociale di Pamela sia un unicum, scaturita in virtù delle sue non comuni qualità).

"No, la prego, non mi tocchi... So di essere stupenda ma sono onesta, quindi mi permetto di parlare in questo modo al mio padrone nell'Inghilterra del 1700, anche se sono solo una povera serva." 

Dopo duecento pagine di piagnistei e svenimenti, ho cominciato a sperare che il padrone la stuprasse e uccidesse. Allora ho deciso di smettere di leggerlo. 

Jane Austen è un'altra cosa."

Questo è il primo di una serie di divertentissimi commenti che ho trovato su Anobii; perchè davvero Pamela è il libro più noioso che abbia mai letto. Ispira istinti omicidi nei confronti della protagonista, del suo moroso e soprattutto dell'autore, il nostro caro Richardson, che di geniale ha ben poco, se non l'aver saputo cogliere i gusti del lettore dell'epoca e avergli dato ciò che desiderava: un romanzo piatto, banale, con protagonisti altrettanto piatti e banali. Pamela è un racconto infarcito di clichè triti e ritriti, odiosi moralismi che si susseguono per  600 lunghissime pagine, in cui la figura centrale della storia -per l'appunto, Pamela-stue- non fa altro che svenire, sospirare, risvenire e ancora sospirare. Protegge la sua virtù da un uomo spregevole di cui si è ovviamente infatuata, ma la sua salda morale (io la definirei più stupidità), la devozione che nutre nei confronti dei genitori (che andrebbero entrambi giustiziati all'istante: sono snervanti, loro e tutti quegli assurdi discorsi sulla grazia divina che è ovviamente incarnata nella loro splendida figliuola), il suo credo religioso le impediscono di concedersi a Mr.B, un borghesotto arrogante e depravato il cui unico pregio è quello di voler copulare con la sua splendida cameriera (un uomo dotato di istinti, dunque, e non un patetico burattino di legno, a differenza del resto dei protagonisti): l'unico personaggio apprezzabile è lui, mi verrebbe da dire, se non fosse che anche Mr. B è un coacervo di stereotipi e banalità oltremodo assurde e fastidiose. Ha modi pomposi, una mentalità ristretta e un cervello che più ottuso non si può. Basti pensare al fatto che non è neanche in grado di giungere a conclusione con una cameriera ignorante, civetta, bigotta che trascorre  il 90% del suo tempo priva di sensi, aiutata e sorretta, ovviamente, dalle sue fedeli sostenitrici (le sguattere di corte) che invece di rosicare ogni volta che la vedono, lei e la sua irreale bellezza, la adorano come se fosse figlia loro. 600 pagine in cui Pamela non fa altro che piangere, pregare e svenire ogni cinque secondi, e in cui io non ho fatto altro che sbadigliare, alzare gli occhi al cielo e pregare che la tortura finisse il più presto possibile. Sconsigliatissimo. 

Fonti: Wikipedia